16 Mag Lorenzo Musetti di quelli raccolti due decenni fa
L’IT-FFT ha evidenziato una chiara distinzione nelle capacità di riconoscimento facciale tra le diverse fasce d’età. I partecipanti più anziani (≥ 25 anni) hanno costantemente mostrato una maggiore precisione di identificazione dei volti, nonché punteggi d’ più alti e β più bassi rispetto alle loro controparti più giovani (≤ 25 anni), il che significa che gli individui di età pari o superiore a 25 anni hanno dimostrato un’identificazione più accurata dei volti, nonché una sensibilità più elevata, indicando una maggiore capacità di distinguere tra volti familiari e non familiari. Inoltre, i partecipanti più anziani hanno mostrato un approccio più liberale alle decisioni di familiarità (come indicato da un punteggio β più basso), suggerendo una potenziale tendenza alle false identificazioni. Questo contrasta con i partecipanti più giovani, che, con punteggi di β più alti, hanno dimostrato una maggiore propensione a segnalare che il bersaglio non era famoso anche quando mostrava un volto famoso. Una potenziale spiegazione di questi risultati è che gli individui più giovani potrebbero ancora sviluppare queste abilità e aver avuto meno esposizione ad alcuni volti famosi nel test, portando a una minore accuratezza e sensibilità (d’) nell’identificazione dei volti nel discriminare tra volti famosi e non famosi54. Questa tendenza è anche coerente con l’attuale letteratura che indica che la capacità di riconoscimento facciale tende a migliorare e stabilizzarsi con l’età34: gli individui più anziani probabilmente beneficiano dell’esposizione cumulativa a volti famosi, ampliando così le loro conoscenze su vari personaggi famosi inclusi nell’IF-FFT. Nella valutazione della familiarità, nei nostri dati è emerso un forte impatto dell’istruzione sui punteggi d’. I partecipanti con più di 14 anni di istruzione hanno dimostrato una maggiore sensibilità nel discriminare i volti famosi rispetto a quelli con un’istruzione inferiore. Questa scoperta suggerisce che la scolarizzazione influenza la capacità di discriminare i volti familiari; È possibile che l’istruzione superiore contribuisca a migliorare i meccanismi di attenzione o i processi di memoria cruciali per le attività di riconoscimento facciale55,56. Inoltre, una maggiore istruzione potrebbe portare a una più ampia conoscenza generale che coinvolge le celebrità dei media e la conoscenza dei personaggi storici inclusi nell’IT-FFT. D’altra parte, il sesso del nostro partecipante non ha influenzato alcun indice di identificazione del volto famoso, familiarità e non-aams.org/casino/ di falsi allarmi, confermando una sostanziale capacità comparabile nel riconoscimento facciale tra uomini e donne15.
Inoltre, sulla base dei risultati di accuratezza, abbiamo generato la tabella normativa (Tabella 2) convertendo i punteggi grezzi in punti t e poi in punteggi equivalenti per i due distinti gruppi di età (≤ 25 anni e > 25 anni). È importante notare che l’interpretazione dei punteggi T dovrebbe essere considerata in un contesto clinico. Un punteggio T isolato potrebbe non fornire un quadro completo e dovrebbero essere presi in considerazione fattori aggiuntivi, come l’anamnesi dell’individuo, il contesto e la valutazione specifica utilizzata.
Conclusioni

In questo studio, abbiamo fornito dati normativi per l’IT-FFT, un nuovo test progettato per rilevare problemi di riconoscimento facciale nella popolazione italiana. Attraverso la nostra analisi dei dati, l’età è emersa come il fattore determinante che influenza i punteggi IT-FFT (sia per sesso che per scolarizzazione). Pertanto, contrariamente al precedente famoso test facciale15, non abbiamo riportato una griglia di correzione separata per anni e scolarizzazione, ma abbiamo sviluppato punteggi equivalenti separati per i 2 distinti gruppi di età (cioè sopra e sotto i 25 anni). Questo approccio è stato perseguito poiché la distribuzione del nostro campione non era omogenea per gruppi di età o anni di scuola, nonostante fosse molto più ampia di quelli raccolti due decenni fa. Un limite dell’IT-FFT è che, sebbene questo test possa fornire informazioni sulla capacità di riconoscere volti noti, valutando le capacità di identificazione e la familiarità, la nostra strategia di analisi dei dati potrebbe non catturare completamente gli aspetti completi delle capacità di riconoscimento facciale, poiché altre attività relative al riconoscimento facciale non sono state valutate. Questa limitazione evidenzia la necessità che gli studi futuri includano misure di affidabilità e validità per garantire conclusioni solide e significative. La somministrazione di questo test, insieme ad altri come il CFPT e il CFMT12,13, può fornire una visione completa delle dimensioni di identificazione dei volti individuali (ad esempio, percezione del https://non-aams.org/persons/lorenzo-musetti/, memoria del volto e riconoscimento del volto). Inoltre, è importante riconoscere i limiti inerenti alle misure di autovalutazione per la valutazione delle capacità di riconoscimento facciale; pertanto, il nostro studio non afferma che il PI-20 sia uno strumento diagnostico autonomo. Invece, abbiamo cercato di chiarire il suo ruolo potenziale insieme a misure oggettive di performance, facendo luce sulla relazione tra le capacità auto-dichiarate e le prestazioni effettive. Nonostante le preziose intuizioni che le misure di self-report possono offrire, in particolare nei contesti di screening, i limiti intrinseci richiedono un’interpretazione cauta dei risultati.
In conclusione, lo sviluppo di una batteria affidabile e completa per la valutazione dei deficit di riconoscimento facciale è fondamentale, in particolare per facilitare la diagnosi precoce in uno spettro di condizioni. Disturbi come il morbo di Alzheimer, la demenza frontotemporale, l’ASD e altri si manifestano spesso con difficoltà nel riconoscimento facciale. In alcuni casi, la percezione/memoria del volto è l’unico sintomo, come nella prosopagnosia, che può essere etichettato come appercettivo, quando i pazienti non sono in grado di abbinare volti sconosciuti, o come associativo, quando il deficit deriva da una disconnessione tra l’analisi del volto e i livelli di archiviazione del volto. Una batteria di test completa dovrebbe distinguere efficacemente tra queste condizioni, consentendo non solo diagnosi e interventi tempestivi, ma anche promuovendo una comprensione più profonda dei loro corsi. Questo articolo presenta ai medici un nuovo strumento veloce e facile da usare, l’IT-FFT, progettato per valutare l’identificazione dei volti famosi italiani, promuovendo il perseguimento di questi obiettivi.
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